Reati contro la famiglia
Maggiori informazioniDi seguito spiegheremo i delitti contro la famiglia che esistono in Spagna:
Si tratta di un delitto doloso, non è previsto in questo caso l’elemento soggettivo della colpa.
Si tiene conto di una riduzione di responsabilità nei casi in cui il minore o persona dipendente venga restituito in un luogo conosciuto e sicuro, e che non ne sia stata messa in pericolo la vita, la salute, l’integrità fisica o libertà sessuale; sempre e quando il luogo in cui si trova venga reso noto in un lasso di tempo non superiore a 24 ore.
Questo reato non può essere imputato ai genitori che hanno a carico la custodia del minore, nei casi di separazione o divorzio, che non compiano il dovere di consegna, stabilito da una sentenza giudiziaria o amministrativa, all’altro genitore. Saranno altresì giudicati per il delitto di sottrazione di minore descritto nell’articolo 225 del Codice penale.
Lo scopo di questo delitto è proteggere l’ordine familiare stabilito nell’articolo 154 del Codice civile, secondo il quale sono i genitori ad avere diritto a decidere e stabilire la residenza dei figli minorenni.
Non costituirà delitto qualsiasi tipo di comportamento o consiglio, l’istigazione deve essere infatti un’azione che in maniera diretta ed efficace, faccia sorgere nel minore o disabile la volontà di abbandonare il proprio domicilio. Deve quindi essere mirata e articolata in modo da influire decisamente sulla volontà del soggetto in questione. Insomma, i semplici consigli non sono considerati reati, e neanche le espressioni che incoraggino una decisione presa in precedenza.
Le pene per chi istiga all’abbandono del domicilio familiare sono da sei mesi a due anni di carcere.
Nel caso di minori molto piccoli d’età o persone con un alto grado di disabilità, se il controllo si prolunga nel tempo e la vittima viene rinchiusa, siamo in presenza di possibili casi di detenzione o sequestro aggravato di minori (art. 165 del Codice penale in relazione all’articolo 164 e 164 dello stesso testo legale).
Questo delitto può essere commesso soltanto da un genitore o parente fino al secondo grado di consanguineità. Resta escluso dal reato il genitore al quale corrisponde la custodia del minore.
Non è necessario che sia in pericolo la sicurezza o integrità del minore, basta soltanto spostare il minore dalla sua residenza abituale senza il consenso del genitore che ha la custodia o trattenerlo con sé, violando gravemente un dovere stabilito da una sentenza giudiziaria o amministrativa.
Le pene sono da due a quattro anni di carcere, nei casi in cui invece il minore venga portato fuori dal paese le pene imposte passano ad essere tra i tre ai quattro anni. Stiamo parlando delle possibili pene, senza tenere in conto che in ogni caso possono esistere delle attenuanti.
Esistono due possibilità di esenzione della pena, vale a dire di inesistenza della condanna, nonostante ci si trovi davanti ad una sottrazione di minore e sono le seguenti:
– Quando chi sottrae il minore abbia comunicato al custode il luogo in cui si trova e siano arrivati ad un compromesso per la restituzione entro 24 ore.
– Quando esiste una causa giustificata come un grave pericolo fisico o psichico del minore in caso di restituzione.
Il fatto che il minore sia consenziente alla sottrazione è irrilevante e non esclude la responsabilità, anche circa quest’aspetto conviene segnalare che il Convegno dell’Aia stabilisce che l’autorità giudiziaria o amministrativa potrà comunque negare l’ordine della restituzione del minore se verifica che, una volta raggiunta un’età e un grado di maturità tali da tenere conto delle sue opinioni, il minore stesso si oppone alla restituzione.
Un’altra possibilità per l’attenuazione della pena è la restituzione del minore nei 15 giorni successivi alla denuncia della sottrazione, pur non avendo comunicato il luogo in cui si trova il minore. In questo caso la pena potrebbe essere dai 6 mesi ai due anni di carcere.
Per determinare in maniera dettagliata il contenuto dei diritti, la cui violazione è punibile a norma di legge, si deve ricorrere alle disposizioni del diritto familiare. Inoltre affinché ci si trovi davanti ad un reato l’infrazione deve essere rilevante, sarà altrimenti oggetto di un procedimento civile.
I diritti di cui stiamo parlando sono:
– Patria potestà: proteggere i figli, tenergli compagnia, nutrirli, educarli, procurargli una formazione completa, rappresentarli e amministrare i loro beni (art. 154 del Codice civile).
– Tutela: proteggere il tutelato, mantenerlo, educarlo, fare in modo che abbia una formazione completa, promuovere l’acquisizione o il recupero della capacità del tutelato e il suo migliore inserimento nella società e gestire i suoi beni (art. 269 del Codice civile).
– Accoglienza: proteggere il minore, tenergli compagnia, nutrirlo, educarlo e garantirgli una formazione completa (art. 173 del Codice civile).
– Assistenza a discendenti, ascendenti o coniuge dipendenti (articoli 110 e 142 del Codice civile).
Affinché si verifichi il reato non basta una negligenza occasionale nelle cure, nell’educazione, nella formazione, ecc… del figlio o tutelato, bensì devono verificarsi situazioni che per gravità o durata possono ledere gravemente i diritti basilari del minore.
Comunemente conosciamo questo delitto per le accuse mosse contro i genitori che smettono di versare gli alimenti. In quest’ambito è fondamentale studiare in che circostanze si verifica e quali sono le cause che ne derivano.
Non è la stessa cosa smettere di pagare il 100% dell’assegno mensile che smettere di pagare soltanto una parte se si è impossibilitati a far fronte alla spesa. Così come non è la stessa cosa smettere di pagare in seguito ad un cambiamento della propria situazione patrimoniale che smettere di pagare senza che si sia verificato alcun cambiamento. Infatti, esistono sentenze che hanno stabilito che se l’imputato si trova impossibilitato ad effettuare il pagamento, il reato non sussiste.
Definitivamente, non si può tornare alla precedente normativa nella quale era prevista il carcere a causa dei debiti.
La pena va dai 3 mesi fino ad un anno di carcere.
Il nostro socio Ernesto Serrano è specializzato in diritto di famiglia e reati familiari in Spagna. Ci sottoponga il suo caso e troveremo la miglior soluzione possibile per risolverlo.
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